Sono trascorsi 3 anni da quando una delle organizzazioni Sindacali Confederali più importanti “UIL“ ha dato il via a una campagna che coinvolge tutti i lavoratori di tutti i settori “ZERO MORTI SUL LAVORO.”
Il 22/10/2022 a Roma la UIL insieme alle altre organizzazioni CISL e CGIL e soprattutto insieme a tanti lavoratori si sono riuniti in Piazza degli Apostoli per riportare all’attenzione di un governo che si apprestava a giurare, le problematiche inerenti alla sicurezza sul lavoro.

Sicurezza sui luoghi di lavoro nonostante sia un termine decantato dai politici in campagna elettorale, dagli organi preposti durante le interviste televisive, dagli imprenditori di grande aziende mentre pubblicizzano il loro impero cresciuto sulla pelle dei tanti lavoratori che ogni giorno rischiano, viene a mancare.

Negli ultimi anni il Governo ha aumentato gli ispettori sul lavoro, ma dati statistici dimostrano che non bastano. Dove si deve cercare il problema: alla domanda e offerta? O ai fondi che vengono stanziati per l’assunzione e formazione di altre risorse?
Una cosa è certa necessita snellire e semplificare quella burocrazia che lega le aziende a essere in regola; aggiungere degli incentivi per chi ottempera; bastonare pesantemente chi per aprire una partita iva e assume del personale ovvia a degli obblighi che possono portare a morti sul lavoro e incentivare il lavoratore a denunciare senza paura di perdere il posto di lavoro.
Il 16/11/2022 a Bologna in piazza Roosvelt, si è tenuta una manifestazione CISL- CGIL – UIL finalizzata a richiamare l’attenzione del governo alla crisi economica, al caro bollette e al problema salariale.
In tutti gli interventi nessuno ha voluto dimenticare i tanti lavoratori che muoiono per mancanza di garanzie sui posti di lavoro, sulla mancanza di tutele a livello contrattuale in quanto questa mancanza (riferito ai mancati rinnovi) portano la gente a lavorare incessantemente per una retribuzione più alta, senza più soffermarsi a un elemento importante “LA STANCHEZZA“
OGGI, COME IERI, COME DOMANI
Si parla e si è parlato sempre delle morti in settori logistici, industriali, cantieri edili, ma di un comparto in particolare si ovvia. Come se coloro che appartengono a un settore (di cui conosco bene le dinamiche) non fossero umani. Forse perché potrebbe risultare noioso?
La VIGILANZA.
Il trascorrere degli anni stanno evidenziando sempre di più, che questo settore oltre al fatto di non aver tutele a causa di un mancato rinnovo CCNL scaduto il 31/12/2015, è martoriato dalla mancata attenzione dalle Associazioni, una mancata attenzione – ascolto del Governo che non capisce dove poter intervenire, forse perché ci sono interessi economici e politici che li portano a “non vedere, non parlare o sentire?
Ma il colpo più colossale, il colpo omicida deriva dal Crimine organizzato, che per l’amore del denaro facile, organizza assalti orchestrati, organizza assalti con tecniche viste solo nei film di @StevenSpielberg, @Davidleitch, @JustinLin, dove a essere colpiti sono quei poveri lavoratori che per poter portare a casa una misera retribuzione sono costretti a lavorare oltre le ore consentite per legge.
Costretti? Si, miei cari amici costretti.
Perché il settore della vigilanza non può ritenersi un comparto salubre. I lavoratori della vigilanza sono operai con la pistola.
Sono operai che anziché usare la cazzuola e salire su un impalcatura, hanno una pistola e salgono su un furgone che trasporta il denaro di noi cittadini con il rischio di subire un assalto.
I fatti di cronaca ci stanno portando sempre di più alla luce la pericolosità di questo comparto, anche se le notizie nei TG non ne parlano o ne parlano troppo poco.
Infatti negli ultimi mesi il comparto del trasporto valori ha subito un ascesa di assalti.
Roma, Modena, Bitonto, Brescia, Sassari sono gli ultimi di un grande elenco che purtroppo per gli addetti ai lavoro non saranno gli ultimi, tanto che li porta a pregare di tornare sani e salvi a casa perché l’avvicinarsi di periodi critici (Natale, Pasqua, Ferie estive), vede il ritornare l’incubo.
Oggi 30/11/2022 mancano 25 giorni al Natale, sarà un caso? Ma oggi, come ieri, come un mese fa si è ripresentato lo stesso scenario.
Due Guardie Giurate dopo un conflitto a fuoco sono rimaste ferite agli arti inferiori e come nei film anche in questo caso la realtà non si è scostata dalla fantasia. Una ragazza che per puro caso era nel posto sbagliato e nel momento sbagliato è rimasta ferita a un braccio.

Sui social interversa un video che alcuni passanti, spettatori involontari hanno ripreso con uno smartphone di alta tecnologia perché mossi dalla curiosità e dall’incoscienza di voler testimoniare in qualche modo quanto accadeva e di cosa poteva succedere. Ma si spera poi coscientemente fuggiti al possibile pericolo.

Nel voler spezzare un momento di tensione, dove gli animi sono arrabbiati, preoccupati per le vittime, Voglio commentare il video con voi come fosse la narrazione di una trama scritta da uno sceneggiatore, iniziando così:
I minuti scorrevano lentamente, come lenti erano i pensieri.
In lontananza una coltre di fumo nero, conduceva a fissare l’orizzonte, un uomo scendeva dal suo camion portandosi lentamente e incerto in quella direzione.
All’improvviso l’ attenzione di ciò che appariva in un primo momento, si mescolava ai suoni assordanti e si infrangevano in quel caos. Erano armi da fuoco.
Infatti qualcuno azzardava delle supposizioni: è una rapina, povere guardie giurate….è una rapina…..!!!
I giornali dicono che è stata una rapina con uno scenario di guerra, sembrava una scena di un film, NO…. ERA REALTA’.
E’ la storia di due persone, di due lavoratori che molti ancora non hanno imparato a chiamarli e a definirli con il nome giusto.
E’ la storia di due Guardie Particolari Giurate, che come tanti colleghi ogni giorno escono a bordo del proprio furgone per consegnare il denaro agli uffici postali, istituti bancari e per fortuna divina (per chi è credente) hanno riportato la pelle a casa, anche se questo colpo li segnerà a vita.
Una ferita che li condurrà anche a fare delle scelte: continuare su questa linea o saranno influenzati anche dalle responsabilità giornaliere: la famiglia?
Per i non addetti ai lavori è difficile comprendere.
Per gli addetti ai lavoro invece il sentimento di rabbia è crescente, il sentimento di tristezza, malinconia, frustrazione è enorme, incolmabile .
Perché chi svolge questo lavoro, lo fa per passione oltre che per un esigenza economica, anche se che la retribuzione è insufficiente alla sopravvivenza.
Tutti i lavoratori stanno lottando da anni per una giusta retribuzione come sancito dall’art. 36 della Costituzione.
Art. 36 della Costituzione sancisce che ogni lavoratore dovrebbe percepire una retribuzione adeguata alla mole e alla tipologia di lavoro.

Questi lavoratori anche se qualcuno ama definirli ignoranti, caproni lo sanno e proprio per questo lottano, lottano per la propria dignità che non ha confini.
Chi dimentica o fa finta di non ricordarselo sono proprio le Associazioni nel momento della ricontrattualizzazione che a ogni incontro trova una scusante per rimandare, come avvenuto il 23/11/2022 per l’ ennesima volta.
Si vuole sperare che il Governo appena nato, si dimostri all’altezza delle aspettative per questo settore che da anni attende fatti e non parole. (2018/2019/2020/2021/2022) speriamo che il 2023 sia fruttoso per tutti.
Ci auguriamo che una telecronaca futura domani non porti tutti i lavoratori a piangere per un collega e non si è portati a fare delle scelte: su volere e cosa fare.
Donna in abiti maschili, una guardia giurata ,
che seppur amando il suo lavoro, oggi ha tanta rabbia nel cuore per la poca attenzione verso un settore che alcuni ritengono importante solo a convenienza.
Mentre nella realtà viene strumentalizzato per interessi personali e interessi politici, calpestando la dignità di ogni essere.
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