Non lasciarti ingannare dall’ apparenza

Il 15 maggio 1995 ho lasciato il meraviglioso Salento, la provincia di Lecce, per giungere a Bologna.
Una città piena di incognite, che mi ha dato però l’opportunità di crescere in un modo al di sopra di ogni aspettativa. Dopo anni di gavetta alla ricerca del mio posto nella società, per casi della vita, per scelte fatte senza accontentarmi, ho deciso di fare la Guardia Particolare Giurata. Certo diventare una Guardia Giurata è stata un’alternativa al diventare poliziotto. Crescevo guardando film polizieschi in particolare le “CHARLES ANGEL’S” ciò mi ispirato e portato a fare domanda in Polizia, ma dopo 2 tentativi andati a male a causa di un eccessivo numero di candidati (100.000 domande su 800 posti), per caso ho incontrato un collega che mi ha suggerito di fare domanda presso il Suo istituto di Vigilanza. Scelta di cui non mi sono pentita, anche se lo stipendio non era alto. Le difficoltà e gli ostacoli sono stati tanti, ma 20 anni in questo settore mi ha fortificato in lati del carattere portandomi ad essere preparata a ciò che poi successivamente è avvenuto. Lavorare come Guardia Giurata non era solo indossare un’uniforme, ma soprattutto significava per me difendere una linea, quella che rappresenta la legge. Si cresce con il principio “TUTTI ABBIAMO GLI STESSI DIRITTI”, poi ti imbatti nei pregiudizi. Quando svolgi un lavoro dove prima il lavoratore era stato sempre di sesso maschile ecco rappresentarti retaggi antiquati e retrogradi e ciò fa diventare più difficoltoso tutto quanto.
Oggi un terzo del personale nella vigilanza è rappresentato da donne, ma sono troppo poche, sebbene molte sarebbero pronte a indossare la divisa. La difficoltà più grande che incontrano non è rappresentata dal lavoro, ma dalla mentalità di chi dirige certi istituti ancora molto maschilista nonostante si sia superato da 21 anni il 2000. Lo dimostra uno dei tanti esempi di fatti vissuti. All’inizio del mio lavoro da GPG volevo lavorare sui furgoni portavalori, ma un mio ex dirigente mi rispose “Sei una Donna, sei un problema”! Quale? Ho il ciclo e perciò potevo rallentare il lavoro, avrei inoltre potuto limitare i dialoghi dei colleghi, liberi da sempre di utilizzare un linguaggio scurrile. Questo lavoro mi ha fatto crescere passioni in tanti settori, mi ha portata ad interagire e ad amare la politica, tanto dal candidarmi nelle amministrative del mio paese di residenza nel 2015 e a Bologna nel 2016/17. Nonostante l’esperienza non sia stata positiva negli esiti, non ho mai perso la voglia di combattere e credere nella giustizia e nei valori. Successivamente sempre per caso e grazie alla stima di un collega, sono stata accolta dal Segretario regionale della UILTUCS Aldo Giammella alla rappresentanza di RSA ed RLS: mi venivano riconosciuti meriti che sono parte integrante di chi fa sindacato.
In quei giorni in tv hanno trasmesso il film “LE DONNE DELLA FORD”. Tratta di Donne che si sono battute per ottenere gli stessi diritti degli uomini, ovvero per una qualifica di operai specializzati, andando contro coloro che si opponevano con forza. Certamente i film che hanno il potere di ispirare sono tanti, ma è il segno indelebile che lasciano quel che più importa: “Ci saranno tanti che ti combatteranno, ti ostacoleranno, ti offenderanno, ma nessuno potrà distruggere la tua Forza di ESSERE se quel che fai, rivolto a chicchessia, è generato da passione, impegno, coerenza e senso della giustizia!”